Nascere, amare, morire. I letti (e i loro abitanti) nella pittura bolognese tra XVI e XVII secolo
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- Éditeur(s)
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Date
- 2019-10-02T02:00:00Z
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Notes
- Alcuni esempi tratti dalla pittura Bolognese tra la fine del XVI e l’inizio del XVII secolo illustrano i vari significati che il letto può assumere nei diversi contesti narrativi. Il letto può diventare un grande palcoscenico dove Orazio Samacchini riscrive un famoso episodio dell’Eneide enfatizzandone i caratteri sensuali e privati. Le protagoniste femminili dei dipinti di Denys Calvaert vivono vicende tragiche, ma con differenti sfumature: la rettitudine morale di Lucrezia, la imprudenza di Semele impongono ambientazioni adeguate, e l’artista sceglie per ognuna il letto più adatto. Il letto che Lorenzo Sabatini inserisce in un suo dipinto invece ha un significato puramente simbolico, e il pittore se ne serve per arricchire una raffigurazione allegorica. La mancanza di una corte e di un luogo centrale di potere ha privato Bologna, durante l’età moderna, della produzione di manufatti e mobili destinati alla residenza di un sovrano. Il paradigma dell’arredamento di lusso è dunque da ricercare nella pittura manierista fiorentina e romana, o nelle stampe fiamminghe, piuttosto che in oggetti reali alla portata degli artisti. Lo dimostra in maniera evidente un dipinto da Lavinia Fontana, un vero “ritratto di letto”: la sua esibizione di una agiatezza concreta lo rende molto diverso da quelli discussi in precedenza.
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Langues
- Italien
- Sujet(s)
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Droits
- info:eu-repo/semantics/openAccess .
- https://creativecommons.org/licenses/by-nc-nd/4.0/
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